domenica 26 ottobre 2014

Da dipendente a problem solver

"Non sperare che sia facile, spera di diventare migliore. Non sperare che diminuiscano i problemi, spera di acquisire nuove abilità. Non sperare che finiscano le sfide, spera di conquistare conoscenza". Jim Rohn

Oggi più che mai, tra discussioni su jobs act, abolizione dell' articolo 18, disoccupazione giovanile, tagli e scioperi, il tema del lavoro è decisamente controverso. 

Sentendo parlare moltissime persone, un futuro sereno è dato dal posto fisso, glorificato dalla cultura industriale dei nostri tempi. E al riguardo mi torna in mente una riflessione di Seth Godin, contenuta nel suo libro "Quel pollo di Icaro": 

“Nel corso degli anni le paure sono cambiate. Siamo passati dal terrore del buio e dei predatori al timore, creato dalla società industriale, di non riuscire ad adattarci e di rimanere fuori dal coro. Quello che ci viene proposto è, a tutti gli effetti, un baratto: scambiare la nostra solitudine con l’appartenenza alla massa, e le nostre paure innate con uno stipendio sicuro. Possiamo barattare il nostro desiderio di qualcosa di grande con la sicurezza di sapere che qualcuno si prenderà cura di noi. In cambio ci chiedono di rinunciare alla nostra umanità. Se provate a pensarci attentamente, capirete che non è uno scambio equo”.


Chiaramente non c'è niente di male a lavorare in generale per un'azienda, c'è bisogno del contributo di tutti per migliorare la qualità della nostra vita, ma spesso il posto fisso viene visto proprio come un rifugio, un "ripostiglio" nel quale svolgere il proprio compitino, stando attenti a non calpestare i piedi a nessuno, e rinunciando a qualche sogno nel cassetto, proprio perché "così almeno so come pagare le bollette". 

Quello che è davvero rilevante, però, è che nella nostra epoca emerge chi è "portatore contagioso di innovazione", proprio chi esce dal coro, chi insegue un sogno attraendo persone di valore in grado di aiutarlo nella sua impresa. 
E' quello che mi sta capitando in questo periodo, ho deciso di intraprendere un nuovo percorso dando libero sfogo alle mie passioni: in questo caso non c'è paura del rischio, che diventa un indicatore del fatto che si sta per fare un passo importante, qualcosa che non si è mai fatto prima. 

Fino a quando non si vivono certe esperienze sulla pelle, assumendosi le proprie responsabilità, può essere complesso comprendere certi concetti. Lo vedo in tanti ragazzi che sto incontrando in questo periodo, nelle selezioni del personale che sto portando avanti: moltissimi di loro rispondono alle inserzioni perché vogliono il posto sicuro, e lo dicono con grande trasparanza. D'altra parte scrivono cv terribili, è palese che non hanno la più pallida idea di come ci si presenti ad un'azienda, e non si pongono minimamente l'idea di come far emergere il loro valore aggiunto, i loro tratti unici e distintivi. Poi avranno il coraggio di lamentarsi con amici e parenti dicendo cose tipo:" Ho mandato tanti cv, ho fatto colloqui ma nessuno mi sceglie...è proprio vero che vanno avanti solo i raccomandati...quasi quasi resto a casa con mamma e papà.."

C'è bisogno di fare un cambio di mentalità epocale: da dipendente a problem solver, da persona che subisce passivamente gli eventi a eroe del nostro tempo, che affronta le sfide con coraggio ed intraprendenza, assumendosi dei rischi attingendo a tutte le sue risorse. 

La preparazione diventa un asset strategico imprescindibile per affrontare le sfide di questo tempo, e proprio al riguardo il grande Zig Ziglar diceva:

"L'ascensore per il successo è fuori uso, ma le scale sono sempre accessibili". 

Spegniamo la tv, che propone modelli di successo malati, illudendo molti di noi che esistono scorciatoie per arrivare presto a guadagni facili e popolarità, e accendiamo la nostra curiosità, parliamo con persone di valore che possono darci una mano a crescere, sfruttiamo quindi a dovere i social network, restiamo qualche minuto in silenzio per ascoltare il battito del nostro cuore e l'urlo potente delle nostre passioni. Nutriamoci di sport, quello vero, praticandolo e ammirando le gesta di campioni in grado di darci tanti spunti e insegnamenti. Ti cito solo il mio preferito, Alex Zanardi, che di recente ha partecipato all'edizione 2014 dell'Iron Man World Championship alle Hawaii. 


Siamo liberi di non credere a un mucchio di parole scritte in un blog come questo, ma davanti a gesti concreti, ad azioni e imprese di chi c'è l'ha fatta con le proprie forze, non possiamo restare indifferenti e da esse possiamo trarre energia preziosa per raggiungere i nostri traguardi più ambiziosi.